Parlano di Noi, Ufficio Stampa e Comunicazione

Corriere del Mezzogiorno NA – La casta del sindacato? Ma non siamo tutti uguali

La lettera di Lina Lucci.

Caro direttore, ringrazio Sergio Locoratolo che, con il suo commento «La casta del sindacato» pubblicato ieri dal Corriere del Mezzogiorno, mi permette di evidenziare un percorso che la Cisl ha avviato da tempo e di fare delle precisazioni doverose. Prima di tutto è vero quanto dice Locoratolo: non è un periodo semplice per chi fa sindacato, non solo per la crisi ma anche perchè ha preso forma una sorta di furore iconoclasta sul piano nazionale che ha riverberi ovunque e rischia di aprire falle pericolose nella società. Così come è vero che spesso vi è stata e talvolta ancora persiste la mancanza i di una netta distinzione di ruolo tra «funzione pubblica» e «rappresentanza sindacale». C’è però chi negli ultimi anni ha intrapreso un percorso nuovo, come dimostrano fatti concreti, non mere dichiarazioni di principio. La Cisl ha avviato già e da tempo una imponente spending review interna, sul piano nazionale e su quello locale. Esattamente un anno fa, in occasione del Congresso campano, abbiamo presentato dati eloquenti: le Unioni territoriali della Cisl in Italia passano da 108 a 68. Il processo di accorpamento delle categorie porta a ridurle da 19 a 9. In Campania le Unione di Avellino e Benevento sono state accorpate, 8 categorie sono state regionalizzate (non hanno più la rappresentanza su base provinciale). Oltre cento sindacalisti hanno fatto un passo indietro, nella sola Campania, nell’ottica del «meno status, più sindacato di prossimità». La Cisl da anni ha poi un sistema di certificazione degli iscritti che ha anticipato la necessità di maggiore trasparenza. Nell’ultimo esecutivo nazionale abbiamo votato all’unanimità il bilancio consolidato. E abbiamo intrapreso da diversi anni un percorso chiaro anche rispetto agli iscritti, ribadendo in tutte le occasioni e con i fatti che non siamo disposti a difendere chi non fa il proprio dovere. E’ per questa ragione che, anche per quanto riguarda la cronaca di questi giorni relativa al Comune di Napoli, ribadiamo che ben vengano le verifiche, che a noi risulta che tutto quanto attiene ai nostri iscritti è avvenuto secondo le regole attualmente vigenti. E che se si dovesse accertare che non è così, sarà doveroso prendere le decisioni conseguenti. Però ci sono un paio di abitudini di cui le istituzioni, la politica, i media dovrebbero finalmente liberarsi. La prima riguarda il riferimento indistinto al sindacato come fosse un corpo unico. Così non è. Consideriamo un valore la ricerca di posizioni condivise, però ciascuno risponde di quanto avviene nella propria confederazione. La seconda è un corollario della prima. Se si distingue, non si potrà che evidenziare che c’è chi in questi anni ha fatto il percorso che dicevo all’interno e ne ha compiuto uno anche verso l’esterno, non meno rilevante. Si è fatto avanti, lo si voglia vedere oppure no, un sindacato della responsabilità, teso a cercare le migliori soluzioni possibili. E’ quel sindacato che ha coraggiosamente contribuito attivamente a risollevare, anche affrontando rischi diretti, personali, quotidiani, situazioni che sembravano compromesse. Fiat, Fincantieri, Indesit, per citarne alcune. Questo è il modello di sindacato che la Cisl ha incarnato da anni e che, nel difficile clima che questi tempi riservano a chi rappresenta e tutela i lavoratori, continueremo pervicacemente a perseguire. Sulla difesa di questo modello sindacale ci saremmo aspettati altrettanta copiosa letteratura giornalistica e prese di posizione nette, ma sono certa che si può ancora recuperare.

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