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La pensione giusta? Rischia di essere un miraggio

Il patronato Inas Cisl denuncia: “Diritto costituzionale minacciato”

Il diritto alla giusta pensione è sancito dalla Costituzione. Una norma – denuncia il patronato Inas Cisl – minaccia seriamente questo diritto: nel caso in cui, infatti, il calcolo del trattamento pensionistico sia errato, se il pensionato fa richiesta di rettifica all’Inps dopo 3 anni dalla prima liquidazione, non ha più diritto ai soldi.
Se si considera che le stime parlano di  4 milioni di pensioni Inps errate, su un totale di 16 milioni di trattamenti erogati dall’ente previdenziale, è evidente la gravità della situazione. Oltretutto, il decreto “incriminato”, nella versione originale, era retroattivo: sarebbe stato valido anche per i  giudizi di primo grado ancora in corso al 6 luglio 2011, se non fosse intervenuta la Corte Costituzionale che, sollecitata dai legali dell’Inas a valutare l’illegittimità di questo particolare aspetto della norma, ha dato ragione al patronato.
Nonostante questo, la legge è ancora in vigore ed il problema non può essere risolto con una semplice proroga rispetto alla scadenza del prossimo luglio, come prospettato da alcuni, perché il termine triennale di decadenza del diritto è applicato a ogni pensione e dispiega i propri effetti rispetto alla specifica data di liquidazione della stessa.
Ad incappare nelle conseguenze di questa “stortura”, ci sono – tra gli altri – i lavoratori con periodi di mobilità negli ultimi anni di attività, utili ai fini pensionistici: in questo caso, l’Inps non applica la legge erogando così pensioni provvisorie mai rivalutate in base ai coefficienti Istat. In attesa di un riesame d’ufficio, che generalmente non avviene, se un nuovo conteggio non viene richiesto, anche in questo caso – entro i 3 anni dalla liquidazione – non c’è più niente da fare.
“L’unica strada possibile per la tutela di tutti i pensionati – dicono all’Inas – è quella di una modifica normativa, calibrata per garantire il diritto costituzionale alla giusta pensione”.
Nel frattempo, tutti i pensionati che hanno svolto un’attività lavorativa nel settore privato possono rivolgersi alle sedi dell’Inas per richiedere la verifica della propria pensione. Il patronato procederà al controllo dell’importo e assisterà gli utenti in eventuali ricorsi amministrativi e giudiziari, per ottenere, se necessario, il riconoscimento di un trattamento pensionistico corretto.

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