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Primo monitoraggio reddito d’inclusione

Il 28 marzo u.s. sono stati diffusi i primi dati relativi al Reddito d’Inclusione (REI) elaborati dall’ Osservatorio statistico dell’ INPS  che si riferiscono al primo trimestre 2018 e testimoniano un successo della misura in termini di beneficiari: 110.136 nuove famiglie.

Se a queste aggiungiamo le famiglie che nell’ultimo bimestre dello scorso anno ricevevano il SIA, la nuova misura tende a raggiungere circa 220.000 famiglie / 794.000 individui. Potenzialmente è stata intercettata quasi la metà della platea indicata al varo del provvedimento, 500.000 famiglie, che verrà incrementata fino a 700.000 a partire dal mese di luglio quando verranno cassati i requisiti familiari oggi necessari per la richiesta. E’ necessario, però, sottolineare come buona parte delle famiglie che hanno ricevuto il SIA non hanno ancora richiesto la conversione nel REI e che in alcune importanti Regioni (Puglia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) la presenza delle misure regionali integrative rispetto a quella nazionale determinano una diversa contabilizzazione della stessa che non viene al momento evidenziata separatamente.

Beneficiari:

  • La maggior parte dei nuclei familiari interessati dalla misura (oltre il 70%) si trova nelle regioni meridionali dove il tasso d’inclusione risulta essere pari a 115,3 persone coinvolte ogni 10.000 abitanti mentre sono più contenuti i tassi d’inclusione rilevati nel centro (30) e nel nord (14,7).
  • Le Regioni nelle quali il numero di percettori risulta più elevato sono la Campania e la Sicilia i cui beneficiari, insieme, rappresentano più della metà delle famiglie interessate, un dato che conferma rafforzandolo quanto già fatto registrare nello scorso bimestre sul SIA.

Queste due regioni insieme alla Calabria, che mostra un altrettanto elevato tasso d’inclusione rispetto alla popolazione, sono quelle nelle quali è più elevato il tasso di disoccupazione, che complessivamente evidenzia una sostanziale correlazione con il numero di persone coinvolte dalla misura. Il confronto con il SIA mostra una presenza sostanziale di percettori di REI in nuclei monocomponenti (23%) prima trascurabili, legati all’inclusione dei disoccupati sopra i 55 anni, e una maggiore presenza di percettori (21%) tra le famiglie con due individui per la medesima ragione, mentre il SIA risulta destinato in prevalenza alle famiglie con 4 o più componenti, avendo come criterio vincolante la presenza di figli minori o disabili. Se comunque consideriamo il tasso d’inclusione, ovvero il numero di nuclei familiari coinvolti ogni 10.000 abitanti, le famiglie numerose risultano essere maggiormente beneficiate (97,3 per le famiglie di 5 componenti e 175,1 per quelle di 6); inoltre i nuclei percettori di REI e SIA risultano complessivamente essere per il 49% formati da famiglie con 4 o più componenti. Questi dati del primo trimestre, diffusi dall’Inps, ci portano a concludere che il Reddito d’Inclusione ha mostrato una notevole vitalità all’avvio rispetto alla precedente misura sperimentale, nonostante le difficoltà ed i rallentamenti che si sono verificati in alcuni territori legati alla presentazione della domanda e alla verifica dei requisiti. Non possiamo ancora esprimerci, invece, sulla componente inclusiva della misura, poiché nel primo anno i termini per la definizione dei piani personalizzati risultano piuttosto dilazionati (sei mesi dalla valutazione multidimensionale della famiglia) e dunque non ci possiamo attendere dati a riguardo prima della fine dell’anno. A breve verrà presentato il primo Piano Nazionale contro la povertà che accompagnerà il REI, indicando gli obiettivi per l’utilizzo delle risorse destinate allo sviluppo dei servizi all’inclusione e che saranno ripartite con apposito decreto tra le singole regioni. Successivamente dovranno essere approvati i Piani Regionali che determineranno tra l’altro, a loro volta, la ripartizione delle suddette risorse tra gli ambiti territoriali ed i comuni in ogni regione.

Inoltre il 16 marzo u.s. si è tenuto un incontro tra l’Alleanza Nazionale contro la Povertà e World Bank Group, durante il quale è stato presentato il contributo che Banca Mondiale offrirà per l’implementazione del REI. Nello specifico verrà offerta un’assistenza settoriale per:

· rafforzare le competenze a livello nazionale, regionale e locale;
· sviluppare la rete dei servizi territoriali per assicurare i livelli essenziali delle prestazioni REI.

L’assistenza si svilupperà su tre livelli di intervento:

1 Supporto trasversale:
· piattaforma online per gli operatori del REI;
· supporto a strategia di monitoraggio e valutazione;
· dashboard di monitoraggio;
· supporto alla strategia sui sistemi di informazione per l’ implementazione REI;
· sostegno al MdLPS per Comunità di Pratica;
· formazione di base.

2 Supporto alle Regioni:
· piani d’Azione Regionali (PAR) per l’implementazione del REI;
· formazione avanzata regionale;
· implementazione delle attività selezionate nei PAR.

3 Supporto ai territori:
· supporto personalizzato agli Ambiti rispetto all’implementazione della componente attiva del REI ( tutoraggio).

La Banca Mondiale preparerà un profilo base di ciascuna Regione (profilo regionale) contenente le informazioni fondamentali per preparare i PAR, tra cui la struttura di governance, la mappatura dell’offerta di servizi socio-assistenziali e sanitari nella regione e i principali rischi connessi all’attuazione del REI nella Regione.

Com’ è ben noto, il decreto legislativo n. 147 del 15 settembre 2017 individua i servizi per l’informazione e l’accesso al Reddito di inclusione (REI) quale livello essenziale delle prestazioni (art. 5, co. 10).

A tal fine si prevede l’identificazione di punti per l’accesso al REI presso i quali in ogni Ambito territoriale è offerta informazione, consulenza e orientamento ai nuclei familiari sulla rete integrata degli interventi e dei servizi sociali e, qualora ricorrano le condizioni, assistenza nella presentazione della richiesta del REI (art. 5, co. 1). I punti per l’accesso avrebbero dovuto essere comunicati da ciascun Ambito territoriale all’INPS, alla Regione e al MPLS entro novanta giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo (avvenuta il 14 ottobre 2017). Con una nota del 10 gennaio 2018, da parte del MPLS sono state fornite indicazioni sulle modalità di comunicazione, ma allo stato vi è ancora un significativo numero di Ambiti territoriali che non hanno provveduto.

Oltre ai punti per l’accesso i comuni possono identificare anche “altra struttura” ai fini della presentazione della domanda di REI. Si ricorda che a tali “altre strutture” sono delegabili solo compiti di raccolta materiale delle domande, fermo restando che l’interlocuzione con l’INPS e i relativi flussi informativi avvengono da parte degli “ambiti territoriali, eventualmente per il tramite dei comuni che li compongono”, ai sensi dell’art. 9, co. 2, del d. lgs. n. 147/17. A tal proposito, si rende noto che, a decorrere dal giorno 13 marzo, l’INPS ha reso disponibile, nella versione internet della procedura REI, le nuove funzionalità – visualizzabili sotto la voce “Novità” – relative alla delega ai CAF e al loro accesso alla piattaforma REI, nonché alla cancellazione e revoca delle domande REI da parte dei Comuni. In particolare, riguardo ai CAF, si segnala che:

  • è stata aggiunta la funzionalità di inserimento nella piattaforma delle deleghe ai CAF da parte dei Comuni, che consente a questi ultimi di indicare gli estremi della delega (protocollo, data stipula, durata…) e le funzionalità delegabili (inserimento domanda e sezione/modello REI-com, visualizzazione domande inserite, inserimento successivo dei controlli comunali), oltre che di visualizzare le deleghe inserite;
  • è consentita l’operatività dei soggetti che accedono con profilo CAF, per i Comuni che abbiano richiesto l’abilitazione dei relativi uffici e limitatamente alle funzionalità che ciascun Comune ha selezionato. Ogni ufficio CAF potrà visualizzare unicamente ciò che ha inserito, mentre il Comune delegante potrà accedere sia alle informazioni inserite dai propri uffici sia a quanto inserito dagli uffici CAF delegati;
  • è stata prevista la possibilità per gli uffici CAF abilitati da più Comuni di operare per diversi Comuni senza dover effettuare il logout.

Con la funzione di revoca, invece, i Comuni potranno revocare le domande erroneamente accolte a causa di errato inserimento dell’esito dei controlli di esclusiva competenza comunale.

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