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Salerno. Anziani lasciati soli, il monito dei pensionati della Cisl

Anziani lasciati soli nelle città della provincia di Salerno, il monito dei pensionati della Cisl. Il segretario generale Giovanni Dell’Isola: “Non lasciamoli soli. Ormai non ci sono nemmeno più i soldi per pagare una badante. Questi sono gli effetti dell’emergenza povertà”. 

Estate, tempo di vacanze. Ma dai pensionati della Cisl arriva l’allarme: attenzione agli anziani. “Non lasciamoli soli”, ha spiegato Giovanni Dell’Isola, segretario generale della Fnp Cisl Salerno. “Con questa iniziativa”, ha spiegato, “vogliamo spingere le istituzioni, i famigliari e tutti gli organi preposti all’assistenza a farsi carico della situazione di solitudine che riguarda le persone più deboli. Spesso, nel periodo estivo, gli anziani vengono parcheggiati dove capita”.
Ma quest’anno, l’appello ha un orizzonte anche più vasto, e va oltre le vacanze agostane. “La condizione di vita degli anziani è peggiorata in generale, e va monitorata tutto l’anno”. A dirlo sono i numeri.  Le pensioni sono di fatto bloccate da anni ed anche la perequazione annuale è stata pari a zero per cui la condizione degli anziani è drammaticamente peggiorata per l’80% dei pensionati salernitani che percepisce meno di mille euro al mese. Di quell’80%, il 42,5% , pari a 150mila persone, riceve al di sotto dei 500 euro mensili.
Drammatica la condizione dei pensionati che prendono solo la reversibilità: per la maggior parte si tratta di donne. “Questa è la fotografia del rischio povertà”, ha continuato Dell’Isola, “a cui si deve sommare la questione dell’assistenza per le persone non autosufficienti”.
I costi per assistere gli anziani sono molto alti. Le case di riposo sono diventate ormai mini-ospedali per lungodegenza, con la differenza, rispetto ad una struttura ospedaliera, che i costi sono a carico degli ospiti. In provincia, le rette vanno dai 1.500 ai 3mila euro mensili. “Dal 2008 a oggi”, ha specificato Dell’Isola, “nelle case di riposo la retta è aumentata del 12,32% in media nazionale, ma in provincia di Salerno l’aumento è stato ancora maggiore. Se accostiamo questo dato alle pensioni, ci accorgiamo delle grosse difficoltà”.
Non si risparmia di più assumendo una badante, costo 2mila euro al mese. La tendenza allora è che sia la famiglia a provvedere all’assistenza domiciliare, ma anche qui la soluzione non è indolore: significa, infatti, che soprattutto le donne devono rinunciare a lavorare, riducendo anche la capacità reddituale del nucleo familiare.
“L’aumento medio delle pensioni nell’ultimo anno”, ha aggiunto Dell’Isola, “è stato di 20 euro. Ma a fronte dell’aumento del costo della vita, dei farmaci, delle visite specialistiche, è evidente che si riduce il potere d’acquisto”. Secondo i sindacati, dunque, necessario aumentare le risorse da investire a sostegno dei pensionati. Risorse che nell’ultimo periodo sono state decimate dal governo centrale: il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali è stato ridotto ancora di più.
Completamente azzerato il Fondo Nazionale per l’Autosufficienza. “Con meno risorse, anche i Comuni hanno difficoltà a mantenere gli standard dell’assistenza domiciliare. Tutto questo va a detrimento delle donne. Insisteremo perché si indirizzi di più la spesa pubblica sulle fasce più deboli. Vogliamo far arrivare il messaggio a tutta la popolazione e alle istituzioni, perché si affronti il disagio nella sua interezza. Più reddito disponibile, più relazioni sociali, più aiuti ai non autosufficienti: queste le nostre richieste. Le risorse non ci sono? Recuperiamole con la lotta all’evasione fiscale”.

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