Comunicati Stampa

Unilever, Cgil, Cisl, Uil e Ugl: dal 3 novembre due mesi di cassa a zero ore

Unilever, Cgil, Cisl, Uil e Ugl: dal 3 novembre due mesi di cassa a zero ore.
Se l’azienda non mantiene gli impegni spostiamo il tavolo del confronto in Regione e al Mise

 “Il 12 settembre è stato avviato il confronto sindacale con il Gruppo Unilever (Algida Caivano) e Confindustria Napoli per l’illustrazione dei piani industriali e produttivi della multinazionale per il sito campano. Dopo un mese di confronto l’Unilever non ha dato risposte chiare, anzi, ha prospettato un 2015 con volumi produttivi ridotti rispetto al 2014 (10/12 milioni di litri in meno) e nuova organizzazione del lavoro”.
“Unilever a Caivano – affermano i segretari di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Ugl del settore Buonaguro, Ricci, Vitiello, Figlioli – ha deciso di stravolgere le strategie sul sito relegandolo a un ruolo non più strategico nei confronti dell’Europa e degli stabilimenti tedeschi e inglesi. Non è pensabile che l’unica attenuante per la multinazionale sia la crisi o il calo di consumi. A Caivano in pochi anni per la salvaguardia delle produzioni e dei volumi che garantiscono stabilità e occupazione si sono responsabilmente sottoscritti accordi e richiesti sacrifici ai lavoratori per sostenere quella che è considerata nel Mezzogiorno la “Fiat dell’alimentare”. Ma tutto questo non è bastato”. Venerdì scorso, infatti, le preoccupazioni dei sindacati sono state accresciute dalla decisione di Algida di chiudere per due mesi ininterrottamente la fabbrica, avviando, dal 3 novembre prossimo, due mesi di cassa integrazione a zero ore per 854 dipendenti con conseguente fermo anche per tutto l’indotto. E’ vero – continuano i sindacalisti – che a fatica si è raggiunto un accordo di massima per una gestione meno traumatica della cassa integrazione, ma questo sacrificio era subordinato all’inizio di un confronto serio per il futuro di Caivano. Questo non è avvenuto. Anzi Unilever, in modo provocatorio, ha avviato una sottile guerra psicologica che invece di guardare agli investimenti, alle nuove produzioni, a volumi importanti, stravolge i ritmi e i carichi di lavoro e il cui unico risultato è l’inefficienza e l’ improduttività”.
Se Unilever non cambierà i piani per Caivano – concludono Ricci, Buonaguro, Vitiello e Figlioli – sposteremo il tavolo di confronto su altri tavoli istituzionali: Regione e Ministero del Lavoro per capire che fine hanno fatto i sacrifici dei lavoratori, gli accordi sottoscritti e gli investimenti dell’ultimo triennio”.

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